Controlli post diagnosi di celiachia

Controlli post diagnosi di celiachia: quali fare

Spesso in seguito alla diagnosi non si presta attenzione agli screening periodici suggeriti. Ma quali sono? E con quale frequenza devono essere eseguiti?

Controlli post diagnosi di celiachia: quali fare. La celiachia non si risolve con la semplice diagnosi e seguendo una dieta priva di glutine, ma è indispensabile eseguire periodicamente i controlli previsti in caso si sia affetti da questa patologia. Abbiamo detto in precedenza che la dieta priva di glutine assicuri una vita tranquilla e priva di problematiche per chi affetto da questa malattia, ma esiste uno specifico protocollo che prevede follow-up di routine per monitorare l’andamento e l’eventuale insorgenza di patologie correlate.

Vediamo quindi qui di seguito gli esami che dovrebbero essere eseguiti periodicamente, dopo quanto tempo dalla diagnosi e a quali intervalli.

  • Dopo 6 mesi dalla scoperta del morbo celiaco si consigliano i seguenti screening sierologici: emocromocitometrico completo, sideremia (ferro), ferritina, transferritina, glicemia, creatinina, ALT, AST, GOT, GPT, TSH, FT4, immonuglobuline A, anticorpi antitransglutaminasi IgA, antitireoperossidasi anti-TPO, anticorpi antitireoglobulina anti-TG, paratormone, vitamina B12, vitamina D, calcio, folati, fosforo, fosfatasi alcalina. In particolare, molta importanza per comprendere se viene seguita correttamente la dieta gluten free, è il valore degli IgA in quanto, anche se non dovessero essere completamente rientrati, dovrebbero risultare sensibilmente ridotti, se non negativizzati. Nel caso invece in cui ancora risultino positivi, verrà suggerito un nuovo screening dopo ulteriori 6 mesi.
  • Nel caso in cui, nonostante la dieta priva di glutine non si abbiano miglioramenti nella condizione generale del paziente, e se si sospetta la presenza di altre patologie correlate, potrebbe essere richiesta una nuova esofagogastroduodenoscopia (biopsia duodenale).
  • Se la diagnosi avviene oltre la maggiore età, viene suggerita l’esecuzione della MOC per verificare il quantitativo di calcio presente nelle ossa. Questo perché spesso i soggetti celiaci presentano carenza di questo elemento nonostante la dieta priva di glutine.
  • Nel caso in cui gli esami sierologici abbiano evidenziato valori irregolari legati alla tiroide, verrà quasi sicuramente richiesta un’ecografia addominale e tiroidea, oltre ad ulteriori esami sierologici. Questi dovranno essere ripetuti periodicamente per valutare l’eventuale insorgenza di patologie correlate alla celiachia che vadano a intaccare il corretto funzionamento della tiroide. Con la nuova normativa invece, in caso di valori TSH nella norma, dovrebbero essere ricontrollati ogni 3 anni.

I paranti di primo grado di soggetti celiaci devono eseguire qualche esame?

La celiachia, essendo una malattia genetica, potrebbe coinvolgere anche i parenti, pertanto viene suggerito il dosaggio di IgA e, ove positivi, sottoporsi alla biopsia duodenale.

Inoltre, potrebbe risultare utile la verifica della presenza o meno dei geni HLA-DQ2 e HLA-DQ8, che predispongono alla malattia celiaca. Ove assenti non vi sarà alcun rischio di manifestare la patologia, mentre se presente anche solo uno dei due dovranno essere ripetuti periodicamente, o nel caso in cui si manifestino sintomi riconducibili alla celiachia, il dosaggio delle IgA.

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