Dieci regole

Dieci regole per la gestione delle intolleranze alimentari

Sempre più spesso vengono diagnosticate intolleranze alimentari in maniera casalinga, navigando sul web o semplicemente per attribuire loro colpe che non hanno.

Ecco dieci regole da seguire per non rischiare di creare danni al proprio organismo. Il corpo umano è una macchina complessa e come tale va trattato. Quando si è convinti di avere una problematica bisogna agire passo passo ma in maniera logica e razionale, affidandosi ad esperti e non ai meandri del web o a sedicenti test diagnostici fai da te. In commercio ne esistono molteplici, ma pressoché nessuno di essi risulta scientificamente attendibile, ragion per cui è bene diffidare e soprattutto non sprecare soldi in esami che non possono dare esito certo.

Proprio alla luce di quanto sta accadendo negli ultimi anni, l’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) ha stilato un decalogo per aiutare le persone a non cadere in bufale, ma soprattutto per sensibilizzarle in merito al discorso intolleranze alimentari, diagnosi fai da te e credenze comuni.

10 regole per non incappare in diagnosi azzardate e fai da te

Escludere un alimento o una serie di cibi dalla propria dieta è un fattore spesso preso con troppa leggerezza e sottovalutato, dimenticandosi del fatto che questo atteggiamento potrebbe portare a carenze nutrizionali negli adulti ma, ancor più, nei bambini.

Per queste ragioni esistono alcune regole e precisazioni stilate dall’ADI che vanno a confutare alcune comuni credenze, nonché suggerire percorsi diagnostici validi e sicuri.

1 – Le intolleranze alimentari non causano sovrappeso e obesità, come invece spesso si crede, ma portano disturbi prevalentemente gastrointestinali o di altro genere, ma nulla a che vedere col peso di una persona. Se proprio si desidera trovare una causa a questa problematica sarebbe bene conoscere lo stile di vita e le abitudini alimentari e, nella maggior parte dei casi, il nodo della questione risiederà proprio lì.

2 – Evitare diagnosi fai da te e test eseguiti senza prescrizione medica. Se si ha il sospetto di avere un’intolleranza è meglio parlarne con il medico di base il quale valuterà l’invio allo specialista medico competente. Solo quest’ultimo, dopo un’accurata analisi della sintomatologia e dello stato di salute della persona, prescriverà gli esami più idonei per la formulazione della diagnosi.

3 – Rivolgersi solo a personale sanitario, evitando anche soggetti che praticano professioni senza essere in possesso di alcun titolo. Purtroppo al giorno d’oggi esistono parecchie figure che, nonostante non siano competenti, si occupino della salute delle persone. Per questa ragione è bene diffidare sia da loro che da eventuali test proposti e privi di validazione scientifica.

4 – Evitare i test privi di attendibilità scientifica.

5 – Non escludere alimenti dalla dieta previa prescrizione medica in quanto questo potrebbe portare a carenze nutrizionali. Nel caso in cui si abbia esigenza di evitare uno specifico alimento è bene che un nutrizionista dia informazioni al paziente su quali altri cibi consumare per sopperire a tale mancanza.

6 – La dieta è una terapia e pertanto deve essere prescritta da un medico.

7 – Se si sospetta una problematica con il glutine non eliminarlo dalla dieta sino a quando non si saranno effettuati gli esami specifici, in quanto, nel caso di limitazione totale o parziale, potrebbero risultare falsati gli esiti.

8 – Non eliminare latte e derivati se si sospetta intolleranza al lattosio o allergia alle proteine del latte, anche in questo caso deve essere fatto solo dopo una diagnosi ad opera di personale medico specialistico.

9 – Per una corretta diagnosi seguire l’iter corretto, ovvero medico di base o pediatra, e in seguito specialista dietologo, allergologo, diabetologo, gastroenterologo o endocrinologo.

10 – Non utilizzare mai internet per la diagnosi. Il mondo del web e dei social network sono potentissime armi di comunicazione, ma non necessariamente quanto divulgato è sotto il profilo medico corretto e, in ogni caso, non possono sostituire in alcun caso una diagnosi medica.

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